lunedì 22 aprile 2013

UN BICCHIERE DI VINO CON UN PANINO: LA FELICITA'...

Talvolta mi chiedo cosa vuol dire divertirsi...
Talvolta mi chiedo cosa lega i piaceri della vita.. Come sia possibile che alla fine siano più o meno sempre le stesse tre o quattro cose per tutti..
Talvolta mi chiedo perché, anziché farmi queste menate mentali non me ne vado a godermi i piaceri della vita...
In alternativa ci si può sempre ringalluzzire e goderseli uno per uno in ordine di scoperta o invenzione, giustificandosi dicendo che: “Eh lavoro tutti i giorni, tutto il giorno, nei week mi devo lasciare andare un po', per sfogarmi, ne ho bisogno, se no esplodo..”.
Certo...
Dubito che qualcuno abbia la coscienza pulita.
Siamo avvolti dalla pubblicità che segnala la responsabilizzazione o la paura della dipendenza ma anche l'impossibilità e talvolta l'indifferenza nel volere abbandonare quei vizietti.
Quindi cosa c'è di più facile che moralizzarci a vittime della vita giustificando le nostre malefatte come unica fuoriuscita dalle frustrazioni dell'esistenza?
Non vedo cosa ci sia di male nell'ammettere che si inizia per curiosità e si continua per piacere...
Tutti noi abbiamo iniziato a fumare alle medie al liceo (si ok adesso anche alle elementari.. Ai miei tempi no), non di sicuro perché lo stress della lezione di storia ha preannunciato la verifica della settimana successiva.
Ma siamo curiosi di sapere perché quelli che lo fanno acquisiscono un fascino che vogliamo avere a tutti i costi.
La chimica e la volontà fa il resto.
È inutile, è il fascino del proibito... Nonostante gli anni e i tempi che cambiano e le mentalità che si ampliano, ci sono cose che, anche se completamente inserite nel nostro quotidiano, restano ben lontane dall'essere giustificate.
E ci si prende un birrino da bere, e poi due, tre, e poi: “Non volevo bere stasera, ma sono uscito con quel mio amico e con lui finisce sempre così”.
Certo.
È colpa degli altri...
Si sa che non si dice di no, perché facciamo la figura degli asociali, dei guastafeste, dei rompi coglioni.
Rimaniamo indietro.
Oppure semplicemente ci piace essere coinvolti e liberi, senza inibizioni, che ci evitano di far pensare troppo e ci lascino lo spazio di godere dei piaceri della vita, che cambiano.
Diventano sempre più estremi, abbordabili e a disposizione di un panorama sempre più ampio e giovane..
E tutto ciò è sia giusto che sbagliato.
Ma almeno non fingiamo che sia colpa della vita, del progresso, della crisi, della moglie, della madre.
Beviamo come delle spugne perché ci piace un casino non ricordare ciò che accade e troviamo le palle di rimorchiare!
Fumiamo come delle foreste in fiamme perché ci affascina troppo la siga tra le dita e lo sguardo di chi ci vede.
Godiamoci i piaceri della vita se ne siamo felici!!!
E non abbiamone rimpianti. Rimorsi. Dispiaceri...
Perché inventarci una scusa ci nasconde agli occhi di chi ci vede e non gli lascia capire la nostra più grande difficoltà: ammettere le nostre debolezze.



Iven













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