martedì 7 ottobre 2014

L'ARTE ASTRATTA DEL LAVORO...

Che lavoro fai?
Il musicista...
Si ok ma che lavoro fai?
Il musicista!
Ho capito ma cosa fai durante i giorno per mantenerti?
Lavoro in fabbrica, tornitore... Ora hai capito?
Ah ecco, e perché non me l'hai detto subito che lavori in fabbrica?
Perché non ci lavoro in fabbrica, faccio il musicista idiota!
Possibile che non si accetti talvolta l'idea che qualcuno possa vivere delle proprie idee?
D'altronde se non si produce qualcosa di concreto che esca da un forno, che sia stato cucito, cucinato, verniciato o modellato, e che comunque appartenga alla categoria di attrezzi utili per il vivere altrui, ci si ostina a credere che si stia perdendo tempo.
Forse siamo l'unico paese al mondo che non paga i giovani perché... Sono troppo giovani!
La sicurezza è data dalla serietà nel risultato che può dare solo un padre di famiglia con i piedi ben piantati in terra e la paura che non arrivi giorno successivo.
Il giovane è troppo frivolo e spensierato per poter entrare con il giusto spirito nella vecchia e impaurita azienda che da 50 anni fa sempre la stessa cosa, ben lontana e chiusa a riccio di fronte al cambiamento continuo del mondo che, lungi da me, dal volerlo scoprire.
Brividi di terrore..
E guai a pensare che uscir dal seminato possa dare una scossa nuova!
Il “compitino” è il classico tipo di impiego che viene svolto da chi ha l'interesse della propria vita al di fuori del lavoro.
“Io lavoro 8 ore al giorno per 6 giorni alla settimana in ufficio contabilità perché appena esco da li posso permettermi l'aperitivo con gli amici e la macchina nuova”.
Per carità sacrosanta e onesta motivazione, non sono costoro quelli sono sotto la mia lente d'ingrandimento.
Bensì quei personaggi che rimangono basiti al solo suono della tua voce che chiede soldi in cambio di... UN IDEA!
“Ma dai... sei stato li seduto per mezz'ora e mi hai disegnato un logo che mi costa 700 €?”.
“Si esatto”..
“Ma non ti sembra eccessivo? Ti pago una birretta dai”.
“Amico sai come è fatto il logo della NIKE?” (per che non la conoscesse è una nota casa di abiti e accessori sportivi), ecco il signore che l'ha inventato ha reso un servizio incommensurabile a quell'azienda che, con quella stupida virgola, ha fatto in modo che qualsiasi persona sul nostro pianeta sappia riconoscere al buio e girato di schiena il marchio che, prima di allora era solo una baracca in Thailandia piena di bambini sfruttati per cucire palloni!”
Ha fatto fare milioni! Ti sembra il compenso adeguato una fottuta birretta!?!?
Che almeno sia doppio malto per dio!
Ovvio non scriverò mai una canzone che equivalga a “Imagine” di John Lennon o inventerò genialmente un logo come quello della “Apple”, non chiedo tanto.
Ma quantomeno mi venga reso atto che il disegno dell'associazione scacchistica che brilla di luce propria sulla tua camicia o sulla cravatta o le commoventi parole che ti hanno fatto conquistare la ragazza che tanto ti piaceva, sono parto della mia mente, che non sarà geniale, ma è fottutamente più aperta e brillante della tua!
E tutto ciò ha un costo, quantificabile purtroppo con un valore di mercato, poiché per correttezza, bisognerebbe essere pagati in base all'evoluzione del successo che il tuo parto mentale avrà in futuro.
Ed è una cosa impossibile, quindi si parte dalla speranza (purtroppo nulla è più lontano dal consueto), che chi realizza ciò che chiedi abbia fatto più studi possibile affinché il prodotto sia di florido avvenire.
E per questo costa tanto!
E forse, se tutto va come deve andare, avrai speso davvero poco, forse, in proporzione futura, meno della tua fottuta birretta!




Iven

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