L'uomo mangia troppo...
Una varietà infinita di specie animali e vegetali sistemate a testa basa e collo visibile, pronte ed orgogliose per essere sacrificate sull'altare della sopravvivenza della specie dominante.
Grazie.
Talmente tanta scelta da talmente tanti anni che siamo arrivati al punto di voler addirittura provare a mangiarci ciò, che come noi, si nutre di animali, carcasse e residui del nostro passaggio, gli insetti.
L'evoluzione porta progresso, e ignoranza.
I bambini pensano, ormai all'alba del 2000, che i polli abbiano tante cosce, e che la riserva di scelta ittica sia infinita.
Certo che lo è!
Ci sono gli allevamenti!
Che culo!
Con il tempo e la vasta scelta, si è completamente lasciato in secondo piano il rispetto per la dignità che la nostra fonte di sostentamento merita.
E siamo di fronte ad una così forte desensibilizzazione da vedere persone che, senza il minimo interesse, aprono in due gli stomaci di indifesi maiali o chi per loro, ancora vivi e urlanti.
Animali legati e scuoiati vivi, perché cosi la carne è più morbida, galline che non hanno mai visto la luce e pulcini che non impareranno mai a camminare.
La “novelle cosine” che dice che una povera aragosta dev'essere uccisa tra indicibili gridolini in una pentola di acqua bollente.
Farlo su un uomo si chiama violazione dei diritti umani, qualcuno lo fa, ma è visto dai popoli più “maturi” con disprezzo e paura.
Verso un animale incosciente e fiero, è semplice protocollo per l'alimentazione!
La colpa è della cultura del troppo, che porta mamme pigre a viziare il proprio figlio, permettendogli di avanzare la bistecca nel piatto perché tanto si butta, domani se ne compra un'altra, ma almeno il bimbo non piange e anche per oggi ci si evita quell'orribile emicrania da scassamento di palle!
Non si parla di essere vegetariani, lungi da me sostenerlo, ritenendo legittimo, nel grande cerchio della vita, che ci sia una varietà di scelta.
È giusto pensare che il leone, con la sua forza imponente, mangi la gazzella dalla velocità inaudita ma poco altro, è sopravvivenza della specie; ed è lecito pensare che l'uomo, con le sue arguzie tecniche e il dono, talvolta limitato della materia grigia, possa permettersi di mangiarsi “il leone”.
Perché questa, malgrado la tecnologia evoluta, è una lotta alla pari, con le armi di cui ognuno dispone.
Ma costringere un'anatra a passare pochi mesi di vita nella stessa posizione obbligando a il suo becco a continuare a ingurgitare sostanze, talvolta addirittura dannose per l'uomo stesso, solo per riempire qualche tavola di prodotti dalla raffinatezza discutibile è davvero un abominio!
Tante persone non sono in grado di guardare filmati in cui vengono illustrate le modalità di uccisione di alcuni animali, che più e più volte fortunatamente, accade poco tempo dopo l'inizio delle torture che subisce.
Ma non hanno alcuno scrupolo a continuare ad ingozzarsi ad una grigliata come se ciò che stanno ampiamente ingurgitando e riempiendo di salsine collose e stagnanti sia nato così come si presenta in quel momento nella loro mano.
Come ampiamente spiegato, qui non c'è una critica sul mangiare carne o uno slogan sul nutrirsi solo di verdure che è meglio.
Liberi di scegliere con rispetto verso la propria alimentazione, quale sia la più gradita.
Vorrei però che qualcuno, appena finito di leggere queste poche righe, abbia il buon gusto di finire la bistecca che ha nel piatto...
Il sacrificio fatto da un animale che non ha mai avuto la possibilità di vivere, nato per morire, merita almeno di essere apprezzato fino alla fine.
Non sprechiamo questo sacrificio!
Suvvia non siamo mica animali!
Beh...
Magari lo fossimo...
Iven
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