lunedì 29 settembre 2014

SIAAAMOOO DOOONNEEE...

Donne.
Chi le capisce!!
Quante volte ho sentito questa frase uscire dalla bocca di un uomo.
Si perchè, se c'è una cosa che gli uomini non sanno fare, è capire le donne.
Un po' banale come affermazione, ma estremamente corretta.
Partendo dal presupposto che uomini e donne sono differenti, è normale che ci siano dei problemi di comunicazione e comprensione tra i due sessi, ma in certi casi queste difficoltà aumentano a dismisura, tali da portare all'esaurimento da almeno una delle due parti.
Cosa pensano le donne, cosa vogliono, desiderano, odiano??
Per avere risposte certe a queste domande bisognerebbe essere Mel Gibson e trovarsi nel film "What women want", ma siamo nella vita reale, e le risposte non ci sono.
Tutto ciò di cui voi, cari uomini, potete disporre, sono ipotesi.
Cosa pensa l' amata il giorno del vostro anniversario, quando, di fronte all'ennesimo mazzolino di fiori, vi guarda dall'alto in basso esprimendo un timido 'grazie'?
Non le piacciono i fiori, voleva i cioccolatini, si aspettava un viaggio a Parigi, ha un altro e dei tuoi fiori non gliene può fregare di meno??
Tutte domande senza una risposta certa.
Perchè quello che c'è nella testa di una donna, lì rimane, non c'è scampo.
L'universo femminile è estremamente controverso, se fossi un uomo, in tutta onestà, oserei dire che avere a che fare con noi è una gran rottura di palle!
Io stessa non capisco come riusciamo a dire una cosa pensando l'esatto opposto, o ad agire in un modo, pretendendo poi che non ci siano conseguenze...
Abbiamo questa strana pretesa che, qualsiasi cosa facciamo o diciamo, esista al mondo qualcuno che sappia interpretarci e agire nei nostri confronti nel modo giusto.
Per esempio: ti tolgo la parola, ti allontano, ti tratto male, ti ignoro e tu, uomo celebroleso, devi(ripeto DEVI) capire che è una prova, e che in realtà ciò che voglio è che tu mi corra dietro e mi dimostri immenso interesse e ti prostri ai miei piedi implorandomi di parlare con te, perchè quello che dico ti interessa, perchè vuoi capire tutto di me, dovesse volerci una vita!
Ora, ditemi voi se non siamo completamente fuori di testa!!!!!!!!!!!!!!
Avranno pure di meglio da fare, questi poveri uomini, che star dietro alle nostre lagne continue e ai nostri sbalzi d'umore..
Perchè, sappiate, che tutta la storiella della sindrome premestruale è vera, ma solo in parte.
La verità è che gli stessi sbalzi ormonali e, di conseguenza, umorali, li abbiamo sempre e comunque, 365 giorni all'anno senza alcuna esclusione.
La differenza è che abbiamo la decenza di limitarci a mostrarli, il più delle volte, in quel periodo che coincide con la "settimana santa".
la cosa vi spaventa? Allora correte ai ripari, perchè le disgrazie non vengono mai da sole!
Avete mai sentito i discorsi che si fanno tra donne?
Certo, unghie, capelli, fidanzati, figli, palestra...
Sesso!!!
Non c'è niente che ci piaccia di più che parlare di sesso.
Le donne, in gruppo, hanno spesso un unico scopo: scoprire chi, tra le presenti e non, ha la vita sessuale più patetica.
Niente fa sentire meno triste una donna dello scoprire che c'è chi sta peggio di lei.
Così sapere che la nostra vicina di casa copula si e no una volta al mese, e che il marito di quella stronzetta con unghie e capelli sempre perfetti probabilmente ha un'altra ci fa sentire.....meno sole.
Sole in mezzo al gran casino che chiamiamo vita, sole nei meandri del labirinto di problemi in cui ci addentriamo e da cui difficilmente riusciamo ad uscire...
Cari uomini, prima di tentare di conquistare una donna, chiedetevi se ne valga davvero la pena, lo dico per voi.
Siete davvero pronti ad affrontarci?Capirci?Assecondarci?
Forse è meglio affidarsi a rapporti occasionali, che ben vi proteggono da eventuali coinvolgimenti sentimentali, ma fidatevi, prima o poi, fosse anche a 90 anni, vi renderete conto che non potete fare a meno di noi.
Perchè si apprezza di più una bella giornata da soli, dopo aver testato la potenza delle lamentele femminili.
D'altra parte, siamo donne. Oltre alle gambe c'è di più. 
Scoprite voi cosa(inutili doppi sensi a parte).


Silvia

AMMAZZA CHE MAZZOLIN...

In questi giorni dalle mie parti si sono potuti percepire fermenti di ogni genere per l'organizzazione del più grosso raduno di alpini che si sia mai visto... Ovviamente, che si sia visto dalle mie parti...
E così abbiamo respirato l'aria di migliaia di over90 con una piuma rinsecchita dalla naftalina orgogliosamente accartocciata su un cappello di peltro verde sbiadito, che in questi giorni di estate prolungata suona tanto da presa per il culo!
La cosa amorevole di questi arzilli vegliardi è l'impegno ad attivarsi in modalità “endurance” nell'interminabile canto di canzoni a cappella e la sostituzione della lettera “N” con “M”, mentre non può mancare il prolungamento sistematico del braccio a forma di bicchiere di vino!!!
Come ovviamente accade per qualsiasi cosa che viene riconosciuta a livello comunale, parte quell'incredibile cameratismo che porta tutti a voler essere alpini, o pasticceri, in base a quello che offre il giorno di festa..
“Ah gli alpini, il miglior gruppo di sempre...”
“Ah se tutti i corpi fossero così il mondo sarebbe migliore...”
Eh si, non ho mai veduto l'ora di iniziare a girare con un cappello alla Robin Hood su per i dispersi monti a bere vino, cantare canzoni stra-unte di antico e...
…E basta!
Talvolta l'inutilità di determinate azioni in questo paese sono eguagliate solo dall'affetto che si pone nel volerle mantenere.
Si, va bene, ci saranno dei valori: un alpino lascia il posto dove è stato più pulito di quanto l'abbia trovato, o cose simili, ma anche gli scout hanno gli stessi valori suppergiù, eppure sono riconosciuti inutili anche da loro stessi...
Bisognerebbe riportare il militare in questo paese dicono; ed a quanto pare accadrà.
Per ottenere cosa?
“Ah ma se tu avessi fatto il militare adesso vedresti, ti sarebbe servito! Avresti una spina dorsale adesso!”
Cioè fatemi capire: solo perché un tizio con le palle girate mi viene a sbraitare nell'orecchio alle 6 del mattino e controlla che la mia faccia sia liscia come il culo di un bambino, per poi farmi correre con gli anfibi, andando contro ogni legge anatomica e di salute per le caviglie, dovrei adesso, a distanza di anni, essere riconosciuto come una persona migliore?
Dover salutare con riverenza una persona di qualche anno più vecchio solo perché costui ha avuto la brillante idea di farsi sparare nel culo per ordine di qualche magnate del petrolio che va a spaccare le palle a culture diverse anni luce dalla nostra, con la scusa di ideali di pace, dovrebbe meritare il mio rispetto?
Non ci siamo proprio.
I nonni dicono: “Se con mio padre mi fossi comportato come te ne avrei prese tante, ma tante, e guardami adesso...”
Vi guardo. I lividi non si vedono, non dovevano essere troppo forti queste mazzate.
O suvvia signori della giuria, una società civile che proibisce gli scapaccioni ai figli perché si chiama maltrattamento e di conseguenza li trasforma in perfetti stronzi all'età di 8 anni, accetta poi di pensare che le maniere forti acquistino utilità quando il ragazzino avrà un carattere già formato?
L'intelligenza sta nel far capire alle persone che si sbaglia e si può crescere, dando loro un incentivo per essere migliori, non una punizione nell'essere peggiori!
Oppure si può lasciare tutto com'è.. Andiamo a sparare a qualche cultura diversa per fottergli qualche pozzo in più con la scusa di volerli occidentalizzare.
Chissà, magari tra un decennio di morti ammazzati potremmo ascoltare il coro degli alpini di Hammameth che canta: “Quel mazzolin di fiori, che vien dal monte Sinai...”
Rigorosamente con la “M” al posto della “N”.


Iven

lunedì 22 settembre 2014

L'ARTE DEL SILENZIO...

Parole parole parole...
Siamo sempre stati definiti la società dove si parla molto e si ascolta poco... beh... c'è davvero qualcosa da ascoltare?
Ok ok non ho ancora scoperto niente di nuovo, ma mi chiedo se veramente la responsabilità dello scarso dialogo in un ambito familiare sia davvero di chi non ascolta..
Intendo ambito familiare perché non voglio entrare in un vortice enorme che comprende il degrado della società, Al Gore e lo scioglimento dei ghiacci, voglio solo appurare la fortuna che possa avere una persona che può comodamente sedersi a tavola coi suoi parenti e... ascoltarli...
Non tutti possono avere un padre pilota di aerei o la zia archeologa, non si chiede approfondimento sulla giornata di cronaca ma... mamma... davvero sei sicura che mi interessi sapere la nuova taglia del tuo golfino beige che ai comprato durante la pausa pranzo dall'ufficio?
Schizzinoso? Intollerante? No... Stanco...
Stanco di sentire sempre la taglia del maglione che non cambia mai... Sopratutto quando viene fatto passare come l'argomento del secolo.
Perché la differenza tra un argomento e l'altro non la fa il contenuto quanto il tono...
Nel momento in cui ritengo fondamentale qualcosa da dire dovrei avere il buongusto di curarmi che sia lo stesso per l'interlocutore, così da evitare i tutt'altro che rari momenti in cui colui che parla si ritrova ad esporre un soliloquio tra spettatori dormienti..
Le avventure lavorative possono essere ritenute interessanti se con ironia se ne parla davanti ad un aperitivo, prendendo i giro il capo o la collega di scrivania, per la regolare durata di 4 minuti, accompagnata a tono dall'interlocutore che a sua volta vede e rilancia la sua avventura tra un sorso e l'altro.
Assistere a scene dove qualcuno parla per il puro piacere di sentire la propria voce circondato da persone che contano il numero delle piastrelle della cucina è sintomo di presunzione legata all'ancestrale credenza di essere migliori di altri, o forse solo perché si ha una vita piatta e non si è mai stati in grado di conoscere qualcosa al di fuori del nostro balcone che potesse aprirci gli occhi, appurando quindi che non ci possa essere nulla di più interessante di noi..
O peggio, si ha paura di scoprire che ci sia...
Il confrontarsi con le persone talvolta lascia in bocca il gusto agrodolce della nuova consapevolezza, quella di vedere che il mondo gira, che le stagioni variano non solo perché a natale c'è la quattordicesima in busta paga, ed a quel punto il corpo umano rilascia endorfine all'odore di sconfitta.
Il caso eclatante che trascende da qualsiasi altro è quello del classico appassionato sfegatato di qualcosa.
Che sia il malato di calcio o il contabile assuefatto dai numeri, coloro i quali si ostinano a girare il discorso sempre e comunque in modo da inserirci il loro unico argomento di conversazione.
Odiosi:
“ehi hai visto la nuova fidanzata di tizio?”
“Si tizio, era un gran terzino!”
“Si ma la tipa?”
“Ah non so dove possa giocare...”
E qui si torna al solito vecchio discorso, il solito, l'unico vero dogma della nostra società: il mezzo!
La giusta via, volente o nolente sta sempre fottutamente li...
Ma se proprio non si può arrivare a questo, per favore, prima di parlare alzate la testa e guardate il cielo!
Vi renderete conto che è davvero immenso... E noi siamo piccoli piccoli...
Beh si alla fine non ho detto niente di nuovo... direi che siete tutti autorizzati a non ascoltarmi...




Iven

mercoledì 17 settembre 2014

COME UN PUNTINO… DI RIFERIMENTO...

Punti di riferimento.
Tutti ne hanno bisogno.
Generalmente, un punto di riferimento, è una persona che sappiamo esserci, sempre e comunque nella nostra vita, qualsiasi cosa accada.
La persona in questione, il più delle volte fa già parte della nostra vita sin dall'infanzia: genitori, fratelli, parenti...
Oppure viene sapientemente scelta tra le amicizie e più in generale tra persone estranee che, ad un certo punto, diventano le più importanti della nostra vita.
La scelta del punto di riferimento più consono al nostro benessere è tutt'altro che facile, ci vogliono una serie di qualità fondamentali: stabilità, intraprendenza, senso di sicurezza, capacità nel risolvere problemi e di sopportazione del malumore altrui.
Se una persona possiede queste caratteristiche, sarà potenzialmente colui o colei a cui ci attaccheremo di più.
Ad essere del tutto realisti, scegliere il punto di riferimento della nostra vita somiglia non poco alla scelta delle scarpe giuste, o dell'immobile perfetto...forse perchè se ci si affida all'istinto e al sentimento, il più delle volte, si rimane fregati...allora perchè rischiare?!
Non siamo tutti uguali, per fortuna.
Alcuni soggetti, saggiamente, identificano il proprio punto di riferimento in qualcosa di materiale, lavoro, soldi, case...almeno queste cose difficilmente potranno ferire l'animo di qualcuno.
Suppongo sia più confortante l'idea di  concentrare le nostre energie su un obiettivo come la realizzazione personale, di qualunque cosa si tratti, senza coinvolgere altri individui, cosa piuttosto improbabile perchè, a menochè non si viva su di un'isola deserta, gli altri fanno parte di noi, sempre e comunque.
E' inevitabile, basiamo la nostra vita sul confronto con gli altri esseri umani, e non importa con quanta energia proviamo ad allontanarci dalle persone attorno a noi, queste prima o poi interverranno a disturbare i nostri piani di conquista.
Che poi, l'industria hollywoodiana, da sempre, ci dimostra quanto importante sia mettere da parte i beni materiali per un più fruttifero rapporto con le persone...i film natalizi sono più che ripetitivi in questo senso.
La verità, però, è che non importa a chi o cosa ci avviciniamo, l'insoddisfazione è dietro l'angolo.
Perchè non esiste automobile che non si rompa, o attività lavorativa che non si concluda, e non esiste persona al mondo che prima o poi non ci deluda, facendoci perdere il così tanto agoniato punto di riferimento che cercavamo.
Esiste una conclusione a questo complesso discorso: bisogna bastare a se' stessi.
Perchè quando sei consapevole di essere fondamentalmente solo, soprattutto tenendo conto che ci si possa sentire soli anche in mezzo ad una folla di gente, allora puoi sperimentare le tue reali capacità, in ogni campo della vita.
In sostanza, forte è colui che prova la solitudine, e non se ne lamenta.
Parole sagge, ma di difficile realizzazione.



Silvia